Pagine

giovedì 14 aprile 2016

Le partite da seggiolone

Si, ci sono serate nelle quali invidio gli arbitri del tennis piuttosto che della pallavolo.
Non tanto perché più privilegiati di noi ma perché non hanno bisogno di restare in campo anche quando le partite sono davvero brutte, di basso livello e per niente stimolanti.

Perché capita anche questo di tanto in tanto.

Costanti lanci lunghi dalla difesa all'attacco che si perdono inevitabilmente sul fondo del campo o, peggio ancora, ai lati dello stesso.
E tu, arbitro, lì nel mezzo a veder sorvolare il pallone sulla tua testa consapevole che nessuno riuscirà a stopparlo in tempo.
Finisce quindi che passi la serata quasi immobile, a metà del campo ad osservare lo spettacolo al limite del deprimente e privo di qualsivoglia agonismo di sorta.

Una tristezza inenarrabile si attanaglia al punto che ti viene da concentrarti di più sul costante gracidio delle rane che accompagna il match piuttosto che prestare attenzione al nulla che sta accadendo in campo.

Ecco, in casi come questi non disdegnerei arbitrare quella partita dall'alto d'un seggiolone.
La visuale sarebbe la stessa e, anzi, sarei sicuramente molto meno d'impiccio per quelle pochissime e rarissime azioni sviluppatesi nell'arco del tempo regolamentare.
Ma niente, non si può.

Ed alla fine prendi la decisione. Correrai. Un po' come decise di fare Forrest Gump nell'omonimo film. Pur avendo la consapevolezza che non servirà a nulla perché tanto nessun pallone verrà realmente conteso tu vorrai essere lì, quanto più vicino possibile per vederlo rotolare miseramente fuori.

E poi passaggio laterale del portiere al primo difensore vicino ed ennesimo lancio lungo.


Corri arbitro, corri...