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martedì 25 ottobre 2016

Gli arbitri e "ma come fischi"?


Partiamo da un concetto base e piuttosto banale. Il fischietto (e quindi il fischio) è in assoluto lo strumento principale di ogni arbitro. Ma, se lo strumento è uguale per tutti, non si può 
certo dire che tutti lo utilizzino alla stessa maniera. Anzi...

Saper fischiare è importantissimo e può veramente far la differenza durante la direzione di una gara soprattutto se vivace e combattuta.
I giocatori recepiscono anche solo a livello inconscio e capiscono se il nostro è il fischio di uno che si trova lì per caso oppure se anche l'arbitro sta facendo veramente parte integrante della partita. Perché è vero che le manie di protagonismo sono alquanto sgradite ma è altrettanto vero che ci sono momenti in cui è doveroso essere presenti in tutte le forme disponibili ivi compresa quella di un bel fischio diretto e forte. 

domenica 11 settembre 2016

Arbitri, sceriffi o Santa Inquisizione

Il rientro in campo per la stagione 2016-2017 è ormai dietro l'angolo e, come tanti sanno, preceduto dalle solite riunioni.
Questa sera ci tengo a ricordare una cosa, soprattutto agli arbitri amatoriali: è vero che noi dobbiamo far rispettare un regolamento e che dovremmo essere inflessibili ma è anche vero che se il mondo diventasse di colpo perfetto, così come pretendiamo di essere noi, non ci sarebbe bisogno di arbitri. Le partite finirebbero tutte senza mai problemi di sorta. Perciò non dimenticate mai che noi siamo in campo per decidere e che le regole, per quanto dettagliate, non possono coprire tutti i casi del campo. Perciò facciamo si che i disonesti dello sport non sporchino il mondo senza dimenticarsi mai che se noi siamo i primi a non averne voglia, possiamo anche evitarci quella che diventerebbe solo una tortura.
Grazie!

domenica 19 giugno 2016

Gli arbitri e la moviola in campo

Eh si, in virtù delle novità che la FIFA sta per introdurre, credo sia d'uopo che anche il sottoscritto esprima il proprio parere a riguardo per quanto oltremodo superfluo.
Favorevole o contrario?
Se dovessi rispondere così, a bruciapelo, direi favorevole ma nutro comunque più di una riserva sull'utilizzo di questo strumento.
Prima di tutto per un principio stupido ma che reputo non di secondo piano: questa possibilità ce l'avrà solo chi arbitra a certi livelli. Questo significa che si scaverà un solco ancora più profondo tra il 95% degli arbitri che giornalmente vanno a calpestare i campi del mondo e coloro che, invece, hanno avuto la bravura (e la fortuna) di arrivare nell'Olimpo degli arbitri professionisti.
È vero anche che a quei livelli girano ormai talmente tanti milioni e così tanti interessi che è ormai anacronistico pensare che solo un paio d'occhi (o, con la sestina completa, sei paia d'occhi) possano essere in grado di non perdere nulla e di non sbagliare.
Ma questo in cosa si tradurrà?

giovedì 14 aprile 2016

Le partite da seggiolone

Si, ci sono serate nelle quali invidio gli arbitri del tennis piuttosto che della pallavolo.
Non tanto perché più privilegiati di noi ma perché non hanno bisogno di restare in campo anche quando le partite sono davvero brutte, di basso livello e per niente stimolanti.

Perché capita anche questo di tanto in tanto.

Costanti lanci lunghi dalla difesa all'attacco che si perdono inevitabilmente sul fondo del campo o, peggio ancora, ai lati dello stesso.
E tu, arbitro, lì nel mezzo a veder sorvolare il pallone sulla tua testa consapevole che nessuno riuscirà a stopparlo in tempo.
Finisce quindi che passi la serata quasi immobile, a metà del campo ad osservare lo spettacolo al limite del deprimente e privo di qualsivoglia agonismo di sorta.

Una tristezza inenarrabile si attanaglia al punto che ti viene da concentrarti di più sul costante gracidio delle rane che accompagna il match piuttosto che prestare attenzione al nulla che sta accadendo in campo.

Ecco, in casi come questi non disdegnerei arbitrare quella partita dall'alto d'un seggiolone.
La visuale sarebbe la stessa e, anzi, sarei sicuramente molto meno d'impiccio per quelle pochissime e rarissime azioni sviluppatesi nell'arco del tempo regolamentare.
Ma niente, non si può.

Ed alla fine prendi la decisione. Correrai. Un po' come decise di fare Forrest Gump nell'omonimo film. Pur avendo la consapevolezza che non servirà a nulla perché tanto nessun pallone verrà realmente conteso tu vorrai essere lì, quanto più vicino possibile per vederlo rotolare miseramente fuori.

E poi passaggio laterale del portiere al primo difensore vicino ed ennesimo lancio lungo.


Corri arbitro, corri...

lunedì 8 febbraio 2016

Gli arbitri e le bestemmie...

In alcuni precedenti post avevo un po’ criticato il chiaroscuro di talune regole che, non essendo specifiche, finiscono inevitabilmente per creare equivoci e confusione con ripercussioni sulla gestione della partita.

Questa zona d’ombra però non v’è nel caso delle bestemmie. Questo è uno di quei casi dove la regola è chiara e precisa e prevede l’espulsione diretta quando questa viene proferita in campo.

Qual è quindi il problema di questa regola, soprattutto nella gestione delle partite dei campionati amatoriali?
Qui, ad essere in chiaroscuro è il linguaggio che è talmente intriso di sfumature ed è talmente variegato da zona a zona che definirne dei limiti diventa veramente difficile.
Così, anche una regola chiara e precisa come questa, deve necessariamente sottostare al buon senso dell’arbitro che dovrà essere in grado di cogliere le suddette sfumature nel tentativo di non compromettere la partita che è poi l’unica vera protagonista da tutelare alla fine del discorso.

giovedì 28 gennaio 2016

Gli arbitri e la figura pubblica

Questo post nasce dal commento ricevuto nelle scorse settimane che mi ha dato un ottimo spunto riflessione sull'arbitro e sulla figura pubblica che oggi rappresenta.

Come già spiegato nella risposta, la mia scelta dell'anonimato non fu dettata da alcun tipo d'imposizione.

Optai semplicemente per questa forma soprattutto per evitarmi tutto l'iter burocratico relativo ad autorizzazioni varie ed eventuali con ulteriore rischio annesso che, taluno dei protagonisti degli episodi, potesse in qualche modo essere riconosciuto.

Insomma, una scelta di comodo da un lato che mi ha comunque permesso di esprimermi senza tanti problemi e, soprattutto, in assoluta libertà.

In fondo cambia davvero qualcosa sapere se io sono Mario Rossi o Claudio Bianchi?

E cambia davvero qualcosa sapere se la squadra in questione è il Team A piuttosto che il Team B?

Direi proprio di no.