In
alcuni precedenti post avevo un po’ criticato il chiaroscuro di talune
regole che, non essendo specifiche, finiscono inevitabilmente per creare
equivoci e confusione con
ripercussioni sulla gestione della partita.
Questa
zona d’ombra però non v’è nel caso delle bestemmie. Questo è uno di
quei casi dove la regola è chiara e precisa e prevede l’espulsione
diretta quando questa viene
proferita in campo.
Qual è quindi il problema di questa regola, soprattutto nella gestione delle partite dei campionati amatoriali?
Qui,
ad essere in chiaroscuro è il linguaggio che è talmente intriso di
sfumature ed è talmente variegato da zona a zona che definirne dei
limiti diventa veramente difficile.
Così,
anche una regola chiara e precisa come questa, deve necessariamente
sottostare al buon senso dell’arbitro che dovrà essere in grado di
cogliere le suddette sfumature
nel tentativo di non compromettere la partita che è poi l’unica vera
protagonista da tutelare alla fine del discorso.
Ma, nel piccolo della mia esperienza, vi posso garantire che è una delle cose più difficili da fare.
Io ho provato varie strategie.
Soprattutto
agli inizi ho ignorato la cosa. Non per menefreghismo ma per il
semplice fatto che ero talmente alle prime armi che preferivo
concentrarmi sugli aspetti che ritenevo
prioritari.
Sbagliavo.
Perché
subito dopo è capitata la classica partita con accesissime discussioni
anche e soprattutto in virtù del fatto che ignorassi la cosa come se non
esistesse un regolamento
in merito.
Sicché
ho deciso di parlarne durante l’appello d’inizio gara di mia iniziativa
ricordando a tutti che, alla prima che sentivo, sarebbe scattata
l’espulsione diretta. Come
da regolamento insomma…
Per
i primi tempi ha funzionato anche a costo di sembrare troppo
puntiglioso. Devo ammettere che, nelle partite di federazione, è
probabilmente il migliore dei sistemi anche
se si va inevitabilmente incontro ai rischi sopracitati.
Perché
come la definisci una bestemmia? Ma, soprattutto, le “storpiature”
delle bestemmie che ho scoperto essere presenti in ogni dialetto, come
le devi interpretare?
Per
non parlare poi di quelli che non se la prendono solo con figure
simboliche cristiane ma invocano in malomodo svariate divinità d’altri
culti fino ad inveire nei confronti
della mitologia greco-romana!
Ecco,
questi dubbi, frutto anche e soprattutto delle discussioni post-partita
con i calciatori espulsi mi hanno portato a riflettere. La riprova poi
l’ho avuta al passaggio
nei campionati amatoriali che sono coincisi anche con un mio cambio di
sede.
Qui
dove pratico tuttora, la bestemmia è (ahimè, aggiungo) parte integrante
del linguaggio. Te la ritrovi in bocca a ragazzini di tredici anni come
in quella di una nonnina
di novantacinque senza cognizione di causa.
Quindi,
l’applicazione del mio stile federale (con annesso richiamo all’inizio
del match) sarebbe stato oltremodo spregiudicato perché avrei rischiato
di non terminare nessuna
delle partite iniziate
Per questo che, con il tempo, ho necessariamente dovuto rivedere il mio stile andando
a smorzare il tutto con il buon senso.
Sono
partito dalle storpiature. Quelle sono concesse, sebbene richiami
sempre l’interessato a prestare attenzione. Non tanto a quello che dice
ma ai modi in cui lo dice.
Perché
parliamoci chiaro, se uno bestemmia in area di rigore ed io sono
dall’altra parte del campo non lo potrò mai sentire. E, se lo sento, a
prescindere che sia o meno
una bestemmia storpiata è comunque un fatto da sanzionare perché una
partita di calcio non è un mercato e non si può urlare a squarciagola
quel che salta in mente altrimenti sarebbe inevitabilmente il caos.
Devo quindi ammettere che l’esperienza unita al buon senso mi hanno fatto trovare quello che reputo sia un giusto equilibrio.
Punisco
sempre e comunque i comportamenti evidentemente spropositati, siano
essi bestemmie o qualunque altro tipo di gesto e parole.
Se
posso e se la partita lo permette, prima di passare ai fatti cerco di
tenere sotto controllo il tutto con uno o più richiami ad alta voce che
siano ben udibili da tutti
in campo.
A quel punto, se i protagonisti reiterano nei loro comportamenti, non ho più il benché minimo dubbio e passo alle sanzioni.
Devo
dire che estrarre un cartellino rosso per una bestemmia da sempre
ancora scandalo ma, farlo dopo aver richiamato almeno una volta (se non
più di una) il diretto interessato
viene solitamente accettata come una decisione giusta ed inevitabile.
Ed
il risultato, salvo casi veramente eccezionali, è garantito. Statene
pur certi che o chi è in campo è veramente privo di senno oppure ci
ripensa cento volte prima di ripetere
epiteti strani anche in caso di goal sbagliato a porta vuota.
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