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martedì 6 marzo 2018

Quelli che non si presentano

Nel calcio federale è più difficile che capiti mentre, in quello amatoriale, soprattutto dopo la metà della stagione, capita spesso di dover assistere a questo triste teatrino.
Sia chiaro, nessuno è qui per giudicare anche perché, a volte, gli imprevisti sono veramente di natura seria.
Ma quando a farla da padrone diventa invece l'apatia e quella consapevolezza di non poter vincere mai, beh, il discorso è meno gradevole.

Non tanto per l'arbitro in se che, alla fine, riceve ugualmente la sua paghetta senza dover fare chissà quale sforzo ma soprattutto per gli avversari che, nonostante tutto, hanno sacrificato del loro tempo prezioso per poi ritrovarsi così, in uno spogliatoio a chiacchierare del più e del meno in attesa che i canonici minuti di attesa sanciscano il loro verdetto.

Ma se a non presentarsi è l'arbitro?

Beh, purtroppo capita anche questo. Imprevisti più o meno seri, anche in questo caso, succedono e bisogna far si d'essere sufficientemente organizzati a fronteggiarli.
A livello federale esistono veri e propri turni di copertura, un po' come la reperibilità su certi posti di lavoro.
Si viene bloccati per quel giorno, pur non avendo una specifica partita, ma si è consapevoli che se arriva la chiamata bisogna intervenire e non c'è possibilità di rinunciarvi.
A livello amatoriale è invece diverso. Il fatto d'avere spesso campi ravvicinati ed arbitri pronti a fronteggiare più di un match a serata, permette, nel caso, di spostare le pedine a disposizione del designatore (spesso arbitro anch'egli) così da colmare tutte le eventuali lacune della giornata.

In sostanza, se manca una squadra la partita non si gioca ma se manca un arbitro, qualcuno arriverà sicuramente a farvi giocare.

E questo, scusate, ma è per la nostra categoria più che un semplice vanto autoreferenziale. Per me, è la palese dimostrazione della passione e della professionalità che si cela dietro questa scelta di vita.

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