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mercoledì 19 novembre 2014

Gli arbitri ed i momenti decisivi

Soprattutto chi ha qualche anno di partite alle spalle sa perfettamente cosa intendo con questo titolo.
Capita spesso e sempre capiterà, ahinoi, che su una decisione rapida come un contrasto o un paventato fallo di mani e sul successivo ribaltone ci scappi inevitabilmente il goal mentre gli avversari sono ancora lì che mugugnano per quell'episodio contestato.
In effetti questo è il classico episodio che può cambiare volto al match anche e soprattutto in virtù del momento in cui accade e del risultato di quel momento.
Se le squadre sono pari e la partita è quasi sullo scadere, state pur certi che la partita rischierà di incattivirsi a tal punto che bisognerà ricorrere alle maniere forti se non si vuole lasciar sfuggire la situazione.
Ovviamente dipende sempre molto dall'intelligenza di chi ci sta di fronte ma è altresì vero che, arrivando alla fine di uno sforzo è anche difficile per un giocatore essere lucido e, pensare che accetterà la nostra decisione, è praticamente utopia.
Perciò armatevi di buona pazienza e di cartellini perché quello è il momento in cui bisogna veramente dimostrare di avere personalità.
Partiamo dal presupposto che, qualunque decisione avessimo preso, qualcuno ne sarebbe comunque stato scontentato. Soprattutto sugli episodi dubbi, dove tutti pensavo di avere ragione, alla fine sarà il nostro insindacabile giudizio a fare la differenza. E, a fare la vera differenza, sarà la personalità con cui decidiamo di portare avanti quello che noi pensiamo d'aver visto.
Evitare la presunzione ma anche evitare un tono dimesso quasi a sentirsi complici d'un torto, è quanto più difficile viene richiesto ad un arbitro a mio modestissimo parere.
Anche perché, così come il giocatore perde di lucidità, rischia anche l'arbitro in virtù dello sforzo fisico compiuto.
Perciò, partendo dal presupposto che qualcuno sicuramente vi borbotterà contro cercate di essere quanto più naturali possibili quasi a voler trasformare quell'episodio incriminato come un contrasto qualunque.
Qualcuno continuerà a dirvi che ha perso per colpa vostra (ignorando le centinaia di errori che ha commesso la sua squadra nell'arco d'una intera partita) ma state pur certi che così facendo eviterete toni ancora più ostili ma eviterete anche di veder minata la vostra figura professionale che prevede anche un potenziale errore all'interno di un match.
Questa è una cosa che la maggior parte dei giocatori ed addetti ai lavori non accetterà mai ma, essendo gli episodi soggettivi, i punti di vista possono e saranno diversi. Ed è inutile dilungarsi in discussioni. Tanto non serviranno a niente se non ad accendere gli spiriti.
Un conto è la comprensione. Un conto è tentare di fare i maestrini nel pieno di un'attività agonistica.
Perciò non vi fate intimorire ma cercate anche di restare coi piedi per terra.
Lo so, non è facile. Ma scriverlo e ricordarselo di tanto in tanto non può che far bene a tutti, me compreso.
 






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